Oggi Franco Baresi, il Capitano, compie 60 anni e io voglio rendergli un piccolo omaggio. La mia giovinezza, da tifoso sfegatato del grande Milan dell'epoca, è stata accompagnata dalla sua presenza, dalle partite di Serie A a quelle dei Mondiali '90 e '94, passando per quelle delle Supercoppe europee e italiane, delle Coppe dei Campioni, e delle Coppe Intercontinentali, che seguivo a qualunque ora dalla lontana capitale colombiana. Baresi è stato la mia ispirazione a essere difensore, anch'io, come lui, libero. Ma io ero solo il più o meno bravo ultimo difensore della squadra di una scuola, squadra che non ha mai vinto un bel niente. Lui: il più grande libero e difensore della storia del calcio mondiale. E non lo dico solo io, lo sanno tutti. Maradona l'ha definito uno dei migliori di sempre, e se lo dice Maradona...


Insieme a Paolo Maldini e Mauro Tassotti (in piedi) e ad Alessandro Costacurta  (in basso a destra) ha formato una delle difese più poderose che si ricordi. Baresi, ancora oggi, a 60 anni, è al Milan, come "brand ambassador". Una storia che va avanti sin dal 1977, quando indossò per la prima volta la mitica maglietta rossonera.

Non molto alto e di corporatura gracile, fu scartato dall'Inter, che invece prese suo fratello Giuseppe. Andò allora a fare un provino al Milan, e lì nacque la Leggenda. Dotato di una forza fisica impressionante, di tecnica calcistica senza pari, di intuito e riflessi straordinari, di velocità e anche gran senso del gol quando arrivava nell'area avversaria, è sempre stato non solo il terrore degli attaccanti, ma anche e soprattutto un Signore sia in campo che fuori. Un esempio di comportamento rispettoso e sportivo per tutti. Tutte queste qualità gli hanno valso la fascia di Capitano del Milan sin da molto giovane e per ben 15 anni consecutivi.



Con la Nazionale partecipò ai mondiali dell'82 (senza giocare), del '90 e del '94. E in questi ultimi ha lasciato un segno indelebile nella memoria calcistica del pianeta. Nella prima fase, durante la partita contro la Norvegia, si ruppe un menisco. Campionati finiti? Persa l'opportunità? Non per Kaiser Franz. Un'operazione d'urgenza e 25 soli giorni di recupero, mentre i suoi compagni poco a poco si avvicinavano alla finale, che arrivò, contro il Brasile dei temuti Romario e Bebeto, il 17 luglio 1994. Una partita giocata come un leone, con una fierezza che non avrebbe fatto passare neanche un esercito, in un mezzogiorno californiano di fuoco. Purtroppo però non sempre le belle storie hanno un lieto fine: nella definizione ai calci di rigore, il Gigante sbaglia. Sbaglieranno anche Daniele Massaro e Roberto Baggio, e la coppa del mondo andrà al Brasile. (Qui un altro video della finale).

Il numero 6, il suo numero, è stato ritirato dall'Associazione Calcio Milan come segno di rispetto e di gratitudine: mai più nessuno indosserà quel numero tra i Rossoneri. È stata la prima volta che succedeva in Italia. 

Oggi io non sono più tifoso come allora. Il calcio con il suo giro di soldi esagerato mi ha deluso e mi ha un po' schifato e, se posso, con i giocatori piagnucoloni di oggi non mi ispira più. Dovrebbero guardarsi un po' di video di Baresi, per capire che il calcio non è buttarsi a terra a piangere appena sfiorati per cercare il fallo, molte volte inesistente, ma combattere, a forza di tecnica, stile ed eleganza e mai con cattiveria, fino all'ultimo secondo della partita.

Buon compleanno Capitan Baresi, e che tu possa compiere tanti altri anni ancora. Grazie per tutte quelle emozioni.